Quando avvicinammo per la prima volta l’incredibile storia di Nikola Tesla frequentemente ci tormentò l’idea di avere a che fare con una sorta di leggenda metropolitana: come poteva essere possibile che l’uomo che aveva realizzato la prima centrale elettrica al mondo imbrigliando le cascate del Niagara, potesse essere un perfetto sconosciuto ed anzi lasciato nell’angolo oscuro della storia scientifica ed umana del secolo appena passato di cui chiaramente era stato il protagonista?
Il fatto che fosse l’inventore del sistema trifase di distribuzione della corrente elettrica che tuttora alimenta le nostre industrie e le nostre case, che detenesse i brevetti del primo motore a corrente alternata e dei primi apparecchi di trasmissione radio (fino al clamoroso riconoscimento, nel 1943, da parte della suprema corte degli Stati Uniti, della paternità dell’invenzione della radio appunto, a scapito del nostro Marconi) non sembrava aver influito minimamente sulla notorietà dello scienziato serbo.
Eppure alla domanda di chi sia il più grande hacker di tutti i tempi sebbene qualcuno indichi Adrian Lamo, altri Kevin Mitnick, altri ancora Steve Wozniak della Apple o Richard Stallman del Massachusetts Institute of Technology, possiamo affermare senza ombra di dubbio sia stato senz’altro Nikola Tesla.
Quando si staccò il primo fulmine (115 cm di lunghezza, certo ben poca cosa rispetto a quelli prodotti da Tesla nel suo laboratorio di Colorado Springs dove raggiunse il record del fulmine più lungo mai prodotto dall’uomo 260 piedi, circa 80 metri) dalla prima Tesla coil costruita e messa in funzione da Masque fu chiaro che molte delle “leggende” relative allo scienziato serbo erano “verità” sacrosante e che il motivo di quel violento e feroce misconoscimento altro non era dovuto al fatto che l’eccezionalità delle invenzioni e soprattutto delle intuizioni di Nikola Tesla erano troppo in anticipo sui tempi ma soprattutto erano in aperta contrapposizione alla nascente industria elettrica americana che lo stesso Tesla aveva così fortemente contribuito a far decollare. Al ritorno da Colorado Springs, dove aveva brevettato le sue scoperte sulla trasmissione elettrica senza fili (wireless transmission of energy), in un colloquio col noto banchiere J.P.Morgan, al quale l’inventore si era rivolto per chiedere sostegno finanziario alla costruzione del suo sistema mondiale di trasmissione senza fili, Tesla delineò un'immagine di quello che "il sistema globale" avrebbe offerto all'umanità, evidenziando i vantaggi della possibilità di trasmettere potenza elettrica senza fili in ogni parte del Globo. Tesla accettò i 150.000 dollari offerti da J.P. Morgan in cambio del 51% sui brevetti sulla trasmissione elettrica di corrente elettrica senza fili. Ma J.P.Morgan era anche il maggior finanziatore della General Electric e della Westinghouse (le due grandi multinazionali detenevano il 90% del mercato della distribuzione di energia elettrica “via cavo”). Prima che Tesla avesse la possibilità di completare il suo impianto di Wardenclyffe, a Shoreham, nell'isola di Long lsland –stato
di New York- una torre alta 80 metri progettata dal noto architetto White, le sorti del grande inventore erano segnate. La trappola nella quale J.P.Morgan aveva stretto Tesla aveva perfettamente funzionato.
All’età di 48 anni (la borsa di Newyork all’annuncio che J.P. Morgan non avrebbe rifinanziato il progetto di Trasmissione mondiale di Tesla ne dichiarò il fallimento) Tesla era un uomo finito. Morirà all’età di 86, solo in un albergo di New York, non prima comunque di aver brevettato quel “Death ray” quel raggio della morte, che fu utilizzato pochi anni or sono per la realizzazione dello scudo spaziale americano. Il giorno seguente la morte di Nikola Tesla L’FBI appose alle sue venti casse contenti progetti ed apparecchiature il siglillo “TOP SECRET”.
Ma ritorniamo a quella che è la sua scoperta a noi più nota, quella Tesla coil in grado di generare correnti elettrostatiche disruptive di milioni di volt. Lasciatemi spiegare meglio come funziona. Molti ritengono che la terra non sia un buon conduttore. In realtà, la terra è in grado di assorbire grandi quantità di elettricità, ed è per questo che tutte le apparecchiature elettriche vengono scaricate a terra: il terzo terminale (quello centrale) delle prese di corrente alternata ha un cablaggio che lo porta direttamente a disperdersi nel terreno.
A Colorado Springs, Tesla riuscì in un’impresa mai tentata prima: aveva utilizzato il pianeta intero come conduttore, facendolo attraversare da una scarica elettrica. Il altre parole Tesla generò una potente carica di corrente elettrica e la scaricò a terra. Essendo un buon conduttore, la corrente non si fermò, continuando anzi a propagarsi come un’onda radio alla velocità della luce: 300.000 Km al secondo. L’onda continuò ad andare avanti: era potente, e non si indeboliva nemmeno a miglia di distanza… passava senza problemi anche il cuore di ferro della terra…dopo tutto, il ferro fuso è un ottimo conduttore di elettricità! Quando l’onda raggiunse l’altra faccia del pianeta, tornò indietro come una qualsiasi onda che incontra un ostacolo.
Ogni volta che partiva, tornava indietro, e a volte raggiungeva il punto di partenza. Anche se l’idea potrebbe sembrare bizzarra, non è fantascienza. Il nostro pianeta ha un diametro di soli 4000 Km: farlo attraversare da un’onda elettromagnetica è un gioco da ragazzi!
Quando l’onda ritorna indietro (circa 1|30 di millesimo di secondo dopo che è stata inviata), la sua potenza è considerevolmente indebolita; perché, pensò Tesla, allora non inviarne una seconda che vada a rafforzare la prima? Le due si uniscono, reagiscono e tornano indietro. e l’onda diventa sempre più potente. E’ un po’ come spingere un’altalena ogni volta che torna indietro: la potenza aumenta grandemente con una serie di piccole spinte.
Tornando alla nostra ultima macchina realizzata, è così che la tensione dei trasformatori principali (15.000 volt nel caso della nostra Tesla Coil) viene aumentata, nel cosìddetto trasformatore risonante d’ingrandimento, a tensioni di circa un milione di volt! Si pensi che sono necessari almeno 3000 volt per passare un millimetro di aria.
Vorrei ora mettervi a conoscenza di aver realizzato uno dei primi esperimenti di convalida dell’esperienza di trasmissione di corrente elettrica senza fili … La distanza di trasmissione raggiunta per ora non supera i 4,5 metri: stiamo costruendo un sistema di due bobine accoppiate di grande dimensioni per raggiungere almeno i 10/13 metri di distanza. Naturalmente per far comprendere la portata dell'esperimento occorre agire con estrema chiarezza e precisione: in quell'accadimento, dopo aver presentato e messo in funzione una Tesla Coil da circa un milione di volt che produce un arco al terminale della bobina stessa di circa 100 cm, ho accompagnato il pubblico al cortile antistante la sala della conferenza: qui un mio assistente ha conficcato (in diretta) un fittone (barra conduttiva di circa 170 cm) nel terreno.
Sono quindi state portate in "scena" dapprima la bobina ricevente (costituita da un avvolgimento di circa 1000 spire di cavo e sormontata da una sfera di materiale conduttivo) e successivamente, posta a distanza di circa 2 metri, quella trasmittente (di identica fattura).
Ad uno dei due capi di un portalampade avente due lampade ad incandescenza da 25 watt cadauna, è stato collegato direttamente il cavo di terra collegato al fittone piantato nel terreno. All'altro capo del portalampade il terminale dell'avvolgimento della bobina ricevente.
Da sottolineare che il sistema portalampade e bobina ricevente costituiscono un sistema completamente isolato dal generatore posto per l'appunto ad una distanza di circa due metri.
Le due bobine sono sintonizzate sulla medesima frequenza di risonanza (circa 236.000 Hz).
Utilizzando un generatore che la possibilità di variare la frequenza da 150.000 Hz A 280.000 Hz, quando si raggiunge la frequenza di risonanza delle bobine (appunto 236.000 Hz) si ha una trasmissione via "etere" di potenza elettrica: le due lampadine ad incandescenza si accendono fulgidamente. Naturalmente non è una vera e propria trasmissione senza fili nel senso che Tesla intuì di poter utilizzare la terra come conduttore globale. In allegato una foto della stazione di lavoro: ai lati del tavolo due bobine di Tesla. Alla destra di chi guarda la bobina trasmittente, alla sinistra quella ricevente.
La bobina ricevente (come quella trasmittente) è formata da un avvolgimento di circa 1000 spire di rame trattato con vernice isolante: l'estremità di questa viene direttamente collegata ad un capo della lampada. L'altro capo (è questa la cosa straordinaria) viene collegato direttamente alla terra! Naturalmente per far comprendere la portata dell'esperimento occorre agire con estrema chiarezza e precisione: sono quindi state portate in "scena" dapprima la bobina ricevente (costituita da un avvolgimento di circa 1000 spire di cavo e sormontata da una sfera di materiale conduttivo) e successivamente, posta a distanza di circa 3 metri, quella trasmittente (di identica fattura).
Ad uno dei due capi di un portalampade sul quale era avvitata una lampada ad incandescenza da 50 watt, è stato collegato direttamente il cavo di terra collegato a sua volta al fittone piantato nel terreno. All'altro capo del portalampade è stato fatto giungere il terminale dell'avvolgimento della bobina ricevente.
Da sottolineare che il sistema portalampade e bobina ricevente costituisce un sistema completamente isolato dal generatore posto per l'appunto ad una distanza di circa tre metri.
Le due bobine sono sintonizzate sulla medesima frequenza di risonanza (circa 236.000 Hz).
Utilizzando un generatore con la possibilità di variare la frequenza da 150.000 Hz A 280.000 Hz, quando si raggiunge la frequenza di risonanza delle bobine (appunto 236.000 Hz) si ha una trasmissione via "etere" di potenza elettrica: le due lampadine ad incandescenza si accendono fulgidamente. |